martedì 27 marzo 2012

L'abbazia di San Lorenzo di Aversa

Portale marmoreo del XII secolo
La chiesa abbaziale di San Lorenzo fuori le mura è l'edificio centrale del più antico complesso monastico di Aversa. Essa fu fondata prima dell'anno mille ad septimum, nelle propaggini del territorio della Capua longobarda, sulla diramazione stradale che conduceva verso Napoli e verso il litorale flegreo. In epoca normanna (XI-XII secolo) essa assunse un'importante rilievo nel rappresentare il polo monastico nella proto-contea di Aversa che nel 1054 era stata elevata a sede episcopale da papa Leone IX. Sia l'abbazia e sia la cattedrale, dedicata a San Paolo, condivisero i tratti del monachesimo. Alla fine dell' XI secolo i normanni Guitmondo e Guarino, fratelli e monaci benedettini, si ritrovarono rispettivamente vescovo di Aversa e abate di San Lorenzo. Guitmondo era stato monaco di Bec in Normandia con sant’Anselmo e con Lanfranco di Pavia, e alle lusinghe di un episcopato anglo-normanno aveva preferito il cammino del pellegrino che lo aveva portato prima a Roma e poi ad Aversa (1088-1094) a rappresentare nella diocesi normanna la riforma ecclesiastica voluta da Gregorio VII. Dalla sua Cattedrale eretta in stile borgognone egli ispirò la vita dei locali monasteri benedettini, soprattutto San Lorenzo, secondo i dettami dello spirito di Cluny. Il monaco vescovo normanno non aveva vissuto una esperienza isolata del pellegrinaggio, egli, in effetti, si ritrovò in una scia più antica percorsa fin dall'anno mille dai militi normanni che a gruppi numerosi si recavano pellegrini lungo la via micaelica, da Mont Saint Michael ad duas tumbas in Normandia a Monte San Michele al Gargano luogo dell'apparizione dell'Arcangelo. 
Di uno di quei gruppi di guerrieri penitenti faceva parte Rainulfo Drengot che era rimasto con le sue schiere sul territorio e aveva fondato in Aversa (1030) la prima contea normanna dell’Italia Meridionale. Con la politica del suo intervento militare negli equilibri del potere contrapposto tra longobardi e bizantini, Rainulfo era riuscito ad estendere il dominio della contea aversana dal Gargano a Gaeta, costituendo per i Normanni, che sempre più numerosi si portavano in Campania, la base per una inarrestabile espansione e per la conquista dell’Italia meridionale fino a Palermo. Nell'epoca della espansione normanna il monastero di San Lorenzo di Aversa, grazie alle donazioni signorili (vedi Codice Diplomatico Normanno di Alfonso Gallo), ebbe perciò la disponibilità di possedimenti estesi e dislocati lungo la via sacra tra Campania e Puglia, dal Lago di Patria fino al santuario di Monte San Michele al Gargano. L'abbazia ebbe altresì privilegi importanti, anche papali, che la rendevano indipendente dall'episcopio aversano e detentrice di vasti possedimenti di terre e chiese dislocate nella diocesi aversana e in aree extra-diocesane. Tra le sue mura fu tenuto relegato a vita l'antipapa Alberto Atellano eletto nel 1101 in opposizione al papa Pasquale II. Nel XII secolo la chiesa abbaziale, configurata nel vasto impianto basilicale, raggiunse i livelli più alti del sua grandezza e del suo decoro architettonico. Negli anni del governo dell'abate Matteo fu realizzato lo splendido portale marmoreo dal maestro Berardo, i nomi si leggono incisi sull'architrave, ed il pavimento fu fatto con un mosaico in marmo ricco di artistici motivi. A causa del terremoto del 1456, che distrusse strutture ed opere d'arte, l'abbazia visse qualche decennio di abbandono fino agli inizi del 500, epoca in cui fu aggregata alla congregazione cassinese. Il chiostro rinascimentale fu realizzato alla fine dello stesso secolo. Nei due secoli successivi, fino all'eversione napoleonica (1807) che abolì il monastero, il complesso abbaziale si arricchì di opere d'arte e fu interessato da un restauro che gli diede un aspetto barocco. L'ex monatero fu destinato subito a scopi educativi e scolastici; oggi è sede di facoltà universitaria di architettura. La chiesa abbaziale, funzionante nelle sue celebrazioni religiose e recuperata nelle sue manifestazioni artistiche ed architettoniche, è una delle basiliche più importanti della diocesi di Aversa e rappresenta in essa un fondamentale patrimonio storico-culturale. Il suo Rettore mons. Ernesto Rascato è anche il responsabile per i Beni Culturali della Diocesi. 
Nella vicenda storica del monastero di San Lorenzo di Aversa dal medioevo ai tempi recenti si evidenziano aspetti significativi ed originali della cultura benedettina europea. Recentemente nell'antica chiesa abbaziale si è discussa e trattata proprio questa cultura con la presentazione di un libro di dom. Mariano dell'Omo in un'importante e gremito convegno sul monachesimo occidentale.

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